N°3

LA DONNA CHE MORì DUE VOLTE (I° parte)

 

 

Scogliera di Palos Verde, alcuni anni fa.

C’era un enorme varco nel cielo nel cielo della California, quel giorno. Quello spettacolo sovrannaturale era dovuto al libro degli incantesimi di Scarlet che aveva aperto il portale per recarsi nel regno infernale del demone Satannish. I Vendicatori della Costa Ovest cercano di sfuggire alla furia del demone Mefisto.

<Ce l’ha  fatta! Ci ha trasportati sulla scogliera di Palos Verde!> gridò la Donna Ragno. (1)

<Il varco sta iniziando a chiudersi dietro di noi!> disse Occhio di Falco.

<Ma... dov’è Wanda?> chiese Mimo

<Eccola! È ancora là!>

<Perchè ha fatto passare prima noi. Io torno indietro... e non cercare di fermarmi!>

<Chi ti dice che l’avrei fatto?> le rispose suo marito <Ma non tornerai laggiù senza di me.>

Presero la compagna e la spinsero sulla terra ferma.

<Salutaci Los Angeles. Visto? In due era più...>

<ATTENTO!>

<HNNNHHH! Quelle palle di zolfo mi avrebbero incenerito se non mi avessi spinto.> le disse Clint.

<E’ per questo che sono qui.> gli rispose lei .

<Brava amore! E io farò in modo che...> non fece in tempo a finire la frase che la donna venne colpita da una delle sfere infuocate.

<AAAAAAAAAAAAAAAAAH!!>

<Bobbi? BOBBI!! Di qualcosa amore!> le chiese lui, disperato.

<Non... non puoi abbandonarmi, Bobbi... non ora che ci siamo ritrovati! Ci hai salvati tutti...>

<No Clint... era solo per salvare... te...> e spirò tra le sue braccia. Quelle furono le ultime parole che disse.

Barbara “Bobbi” Morse – Barton morì in quell’ultima missione con i Vendicatori, lasciando il marito solo e distrutto per il dolore.  Il loro matrimonio aveva subito una brutta crisi, ma negli ultimi mesi i due si erano riconciliati, rinnovando il loro amore, e avevano preso la decisione di lasciare il gruppo e di avere un figlio.

Clint aveva iniziato a superare la cosa solo di recente, anche se certe notti quel ricordo tornava a galla, riaprendo quella dolorosa ferita.

 

 

New York, oggi.

 

Chissà se si può considerare sana una relazione con una donna che è una copia quasi perfetta della propria ex. Roba da mandarti in analisi. Clint e Belinda non si erano mai fatti questa domanda, vivendo la loro storia giorno dopo giorno, (2) ma lui aveva cominciato a porsela da quando si stava avvicinando l’anniversario della morte di Bobbi. Per fortuna l’essere un supereroe a New York dà molteplici occasioni per distrarsi... per esempio, lo sventare un tentativo di rapina ad un furgone portavalori nel centro della città.

<Non ci posso credere... Pete l’uomo colla! Suppongo che non bazzichi più con i Terribili Quattro, dato che sei tornato alle rapine in pieno giorno!>

<Mi chiamo Trapster, dannazione, Trapster! C’è ancora qualcuno tra voi superfessi che non lo sappia?>

<Ne hai di coraggio ha chiamare gli altri fessi, Pete! Senti, se ti arrendi senza fare troppe storie, quando ti sbatterò in gattabuia chiederò che ti lascino tenere un modellino in cella, in modo che tu possa continuare a giocare con la colla.>

<Quando passerai i prossimi giorni a tentare di staccarti quelle frecce dalle chiappe ti passerà la voglia di fare lo spiritoso!> disse il criminale, lanciando il suo fluido appiccicoso dagli spruzzatori da polso. Il getto però mancò l’arciere, che lo evitò con un acrobatico salto all’indietro, e una volta atterrato lasciò partire una freccia che... mancò il bersaglio.

<AH! Mancato! Inizi a perdere colpi Robin Hood! > ma non appena disse così venne colpito alle spalle dalla freccia-boomerang di Falco (eh, cosa credevate?), che distrusse i serbatoi  sulla schiena inondandolo con la sua stessa colla.

<Non crederai davvero di avermi battuto con questo trucchetto? Sono preparato ad inconvenienti come questo: il mio solvente mi libererà in pochissimi secondi!> e così fu, in effetti.

<Hai visto? E adesso...> ma l’oggetto del suo rancore non era più di fronte a lui; lo aveva aggirato per spuntargli alle spalle e non appena si fosse girato, stenderlo con un gancio.

<Sogni d’oro Petey!> e fece partire un destro ben piazzato che mise K.O. il povero Trapster.

<Oh che meraviglia i criminali di una volta> disse tra se e se <Logorroici, fessi e con la mascella di vetro. Se fossero tutti come lui fare questo mestiere sarebbe un gioco da ragazzi.> poi prese il polso del criminale ormai privo di sensi e attivò lo spruzzatore del solvente, liberando i poliziotti e il furgone dalla massa di colla che li aveva imprigionati.

<Grazie mille, Occhio di Falco. Ce l’eravamo vista brutta.>

<Sempre a vostra disposizione!> disse strizzandogli l’occhio mentre si allontanava di lì. Una volta i poliziotti mi credevano un criminale, pensò, adesso invece mi ringraziano... come sono cambiate le cose, dall’inizio della mia carriera.

 

<”Pete l’uomo colla”? ma esiste davvero un criminale con questo nome?> chiese Belinda ridendo.

<Te lo giuro! Poi ha deciso di farsi chiamare Trapster... si è reso conto di quanto suonasse ridicolo. E vuoi saperne un’altra? Ha combattuto contro i Fantastici Quattro!>

<Dai! L’Uomo Colla?>

<Si! Assieme ad altri tre balordi...si facevano chiamare “I Terribili Quattro”. Erano lui, Wizard, l’Uomo Sabbia e... cavolo, non mi ricordo più... chi era il quarto?>

<Mi stai prendendo in giro, dai... non ti credo!> gli disse, ridendo ancora più forte.

<E c’è di peggio... ti ho mai parlato di quel pagliaccio di Stilt Man? >

Avevano trascorso una bellissima serata, che adesso andava a concludersi come nei più classici dei modi, con lui che accompagnava la ragazza davanti al portone di casa.

<Vuoi che rimanga a dormire da te?> chiese lui, mentre l’abbracciava.

<No, Clint, non stasera. Domattina devo alzarmi presto... e ti conosco bene ormai: tu non hai nessuna intenzione di “dormire e basta”> disse maliziosamente lei.

<Touchè mademoiselle.> rispose lui, e dopo averla baciata affettuosamente, si congedò da lei.

Belinda salì nel suo appartamento, posò la borsetta sul mobile dell’ingresso e un secondo prima che accendesse la luce una voce proveniente dal soggiorno le fece gelare il sangue nelle vene.

<Buonasera, Belinda ...>

 

 

Palestra di villa Bishop, il giorno dopo.

 

<Quella che tu chiami “stupida freccia casinista” è la freccia-sonica, e m’ha salvato la vita più di una volta.>

<Ah si? E come? Allontanando un branco di randagi?> rispose Kate sarcastica.

<Scherza pure, ma è così. Il fischio che fa ha distratto dei mostri enormi come Mr. Hyde o Rhino, permettendomi mi mettermi in salvo e di dargli il colpo di grazia. Ovviamente, non scoccarla mai senza aver messo prima i tappi acustici alle orecchie.>

<Mi pare ovvio. E questa a che serve invece?> disse estraendo un’altra freccia dalla faretra.

<Quella è una freccia con segnalatore di posizione... o più semplicemente, freccia-cimice. Serve per i pedinamenti.>

<E’ così che m’hai trovato, la prima volta?>

<Proprio così. La devi tirare in modo che l’obiettivo non si accorga di nulla, la cimice deve restargli attaccata in modo da dirti dove si trova. >

<Non è complicato...>

<Eh, la fai troppo semplice, tu. Il tiro dev’essere eseguito in modo che...> lo interruppe il suono della sua communicard dei Vendicatori. Clint rispose immediatamente.

<Qui Occhio di Falco. Che succede?>

<Falco, torna immediatamente alla base. Urge la tua presenza.> disse la Visione.

<Di che si tratta?>

<E una cosa che dobbiamo mostrarti, dobbiamo parlarne di persona.>

<D’accordo Viz, arrivo subito.> e chiuse la comunicazione col compagno di squadra.

<La lezione è sospesa, piccola. Problemi coi Vendicatori.>

<Vuoi che venga con te? Potrei esserti d’aiuto.>

<Chiariamo una cosa ragazzina: ho accettato di allenarti in modo che tu possa affrontare qualche rapinatore strafatto o qualche teppista, non per aiutarmi a combattere il Dottor Destino! Non sei la mai partner, chiaro?>

<Guarda che esiste un precedente per quel che riguarda una coppia di partners arcieri...>

<Me l’hai già detto, e prima o poi dovrai spiegarmi dove l’hai letta, ‘sta scemenza. Comunque la mia risposta è no!> e così dicendo se ne andò.

Chissà che cosa bolliva in pentola? Avevano saputo di Kate? Non aveva detto nulla sulla sua esistenza solo perchè voleva evitare di sentire i loro commenti... se Iron Man e gli altri avessero scoperto che si era smascherato nuovamente davanti l’ennesima ragazza a cui aveva salvato la vita (per la terza volta di fila!) non gliel’avrebbero mai perdonato... l’ultima volta lo avevano tormentato per tutta la riunione! Ma non l’avrebbero mai convocato d’urgenza per una cosa di quest’entità... e Visione parlava di una cosa da mostrargli. Di cosa poteva trattarsi?

 

Base dei Vendicatori, più tardi.

 

Come sempre, fu Jarvis ad accoglierlo alla porta. Ma il suo umore non era il solito.

<Padron Clint, meno male che è arrivato. Io...>

<Di che si tratta Jarv? Viz sembrava preoccupato. E’ una cosa grave?>

<Temo di si. Gli altri sono nella sala riunioni. Venga l’accompagno...> il maggiordomo sembrava molto turbato.

<Ehi, cos’hai vecchio mio? Sei sbiancato.>

<Non è facile trovare le parole per quanto è accaduto. Io stavo semplicemente a controllare la nostra casella e-mail e...>

<Non è necessario andare avanti, Jarvis. Spiegherò io la situazione a Occhio di Falco.> disse la Visione, spuntando come uno spettro dal muro.

<Come sai Occhio di Falco, il nostro sistema di filtraggio delle e-mail è stato allestito per smistare le reali richieste di aiuto dallinutile spazzatura del web...>

<Non me lo dire... altre richieste da parte di Barlow! Guarda, che gliel’ho detto anche di persona che non sono interessato ad alcuna offerta...>

<No Clint. Si tratta di una cosa ben diversa...> entrarono nella sala riunioni, e c’erano tutti: Iron Man, Wasp, Photon, Songbird, Cap, Wonder Man, Scarlet... quest’ultima in particolare era in lacrime.

<Oooh Clint> gli disse Janet, abbracciandolo. Tutti avevano un’aria da funerale.

<Beh? Che avete?> chiese lui.

<Non è facile da spiegare, Clint. Credo che le immagini ti diranno chiaramente quello che non riusciamo a dirti... ti avverto però che non sarà per niente facile... ti farà male...> aggiunse Iron Man.

<La finiamo con questi misteri? Avanti, mostrami questo video e facciamola finita...>

Partirono le immagini, e immediatamente Falco si pentì di aver pronunciato quelle parole.

Il video mostrava una donna vestita come la defunta Mimo che aveva uno scontro in un magazzino con un gruppo di uomini armati non identificati. La donna era uguale all’ex moglie di Barton in tutto e per tutto: le movenze, le tecniche di combattimento, i capelli... persino nell’utilizzo dei manganelli d’acciaio, l’arma che contraddistingueva la defunta eroina. Ma non era quella la parte dolorosa però; fu quando vide l’esito dello scontro che l’arciere comprese il perchè dello stato dei suoi amici: la sosia di Mimo venne brutalmente massacrata da quegli uomini, fino a portarla alla morte, come nel più orribile degli snuff movie. Bobbi era benvoluta da tutti, tutti le volevano bene.  Wanda e Simon in particolare erano stati per anni suoi compagni di squadra nei Vendicatori della Costa Ovest, avevano instaurato un bel rapporto, per questo la bella strega mutante non riusciva a smettere di piangere.

<Questo è l’ultimo di una serie. Ce ne sono altri tre, ambientati in altrettante città: Milwaukee, Detroit, L.A.. Abbiamo appena finito di chiamare gli altri nella West Coast, She-Hulk e D-Man stanno andando a vedere il corpo. Hank farà delle analisi, poi verrà qui per confrontarle con i campioni che preleveremo da quest’altra sventurata. >

<Pensavo di escluderti dalle indagini, vista la componente emotiva che il caso comporta, ma gli altri mi hanno persuaso dal farlo.>

Avrebbe voluto gridare, imprecare, distruggere lo schermo... ma non fece nulla di questo. Si limitò a stringere il suo arco con una forza tale che sembrava volesse romperlo e a chiedere, tra i denti serrati:

<Dov’è?>

 

Obitorio di New York, più tardi.

 

Entrò nella fredda stanza in tutta fretta, ma una volta che il cadavere della donna fu sotto i suoi occhi si fermò ad osservarla senza muovere un muscolo. Il tempo sembrava essersi fermato, la sua gola era secca. Il sangue nelle vene sembrava essersi congelato. Per quanto tumefatto dai colpi, Falco riconosceva in quel viso quello della sua adorata ex moglie, che aveva già vista in quello stato. Non era lei però, su quello non ci pioveva. Bobbi era tra le sue braccia quando esalò l’ultimo respiro. Chi era costei, dunque? Un clone, forse? Prese una provetta e estrasse dal corpo un campione di sangue.

<EHI!> gridò qualcuno alle sue spalle <Che cosa sta facendo?  Lei non ha l’autorizzazione per farlo!>

Falco si girò con uno sguardo che se avesse potuto avrebbe incenerito quell’uomo.

<Calmati Sullivan> disse con voce più calma la donna con lui. <Scusalo, Occhio di Falco...  non è abituato a trattare con voi supereroi.>

<Chi siete?> disse lui, glaciale.

<Siamo gli agenti Sullivan e Del Toro dell’FBI. Ci stiamo occupando del caso.> (3)
Falco finì il suo prelievo, poi si prese ancora qualche secondo per fissare il viso della donna, quasi come a darle un ultimo saluto.

<Ascolta Vendicatore, non puoi arrivare qui e maneggiare con il cadavere della vittima di un omicidio! Non m’importa chi crediate di essere voi cani da guardia di Stark, a me non m’impressionate!>

Barton era sul punto di esplodere in una delle sue solite sfuriate,  quando l’agente Del Toro si mise in mezzo, gettando acqua sul fuoco.

<Quel che il mio collega voleva dire c’è una procedura  per questi casi... ma sono certo che cercheremo di venirci incontro... in fondo siamo dalla stessa parte...>

<Si, siamo dalla stessa parte. Farà bene a ricordarlo al suo collega. Facciamo così, io non intralcerò voi e voi non intralcerete me, e nessuno si farà male, d’accordo? Ora fatemi uscire...>

Quando lasciò la stanza, Sullivan si rivolse al suo collega:

<Ma che diavolo t’ha preso, Angela? Quello che ha fatto è illegale, ci vuole un mandato! Come puoi appoggiarlo?>

<Datti una calmata, William... a parte il fatto che ho evitato che ti rompesse il culo, in questi casi bisogna lasciar correre... tu non hai studiato il dossier; la donna era vestita come una di loro, è chiaramente un messaggio, una questione personale. Andrà fino in fondo alla cosa: quelli come lui lo fanno sempre, non si fanno fermare dal protocollo. Inoltre, dettaglio da non trascurare, adesso ci deve un favore, e fa sempre comodo avere un supereroe debitore...>

 

La zona del porto. La notte prima.

 

I due uomini che s’incontravano giù al molo avevano entrambi un qualcosa di spettrale: il primo di essi possedeva la capacità di lievitare nell’aria e di rendersi invisibile grazie a degli stivali e una cappa con cappuccio stregati. Il secondo invece aveva un volto mostruoso, spaventoso, non dissimile da quello di una creatura infernale, e forse per questo motivo se ne stava nascosto nell’ombra.

<Buonasera dottore.> disse il primo.

<Salve Hood. Dov’è il tuo capo?> (4)

<Il mio SOCIO non è potuto venire. Ma sono autorizzato a trattare anche a nome suo.>

<E sia. Mi servono uomini, una dozzina almeno. Ho qui con me i soldi: metà adesso e metà a lavoro finito, come da accordi.> e grazie ad un congegno elettromagnetico, con un gesto della mano sollevò la valigia che aveva ai piedi e la fece lievitare fino a raggiungere il suo interlocutore.

<Li avrai> disse prendendo il bagaglio <Ti serve altro? La sorda sta addestrando altre ragazze, se ’interessa.>

<No. Quella parte del piano è terminata. Sto per dare il via alla fase conclusiva.>

<Come vuoi allora. Aspetta una mia chiamata...> e così dicendo, avvolgendosi con il suo mantello, Hood si rese invisibile, e se ne andò.

Il dottore fece altrettanto, scomparendo tra le ombre.

 

Base dei Vendicatori.

 

Quando seppe che si trattava di Mimo, Hank Pym non esitò un solo secondo a prendere un quinjet per attraversare il paese da costa a costa e arrivare a New York; non nei panni di Calabrone però, ma era la sua abilità di biochimico ad essere richiesta con urgenza nella costa est. Non appena arrivato alla base s’infilò il camice e si chiuse nel laboratorio per le sue analisi: Occhio di Falco voleva sapere se la donna che aveva visto all’obitorio era un clone o se in qualche modo aveva ha che fare con la sua ex moglie. Dopo un’attesa che gli parve infinita, Hank uscì dal laboratorio.

<Ho appena terminato le analisi Clint, e ti garantisco che non si tratta di cloni di Bobbi. Chiunque essa sia, questa ragazza non ha nulla in comune con lei, così come quella di L.A. Non hanno nemmeno lo stesso gruppo sanguigno...>

<Ne sei certo Hank?> chiese Clint, sapendo di aver fatto una domanda inutile: Henry era un’autorità mondiale nel campo.

<Ovviamente. Ho confrontato i campioni di sangue con i valori di Mimo della nostra banca dati e non combaciano in nulla. Tuttavia, in entrambi i casi ho scoperto evidenti anomalie: il gene biondo, ad esempio, è stato... come posso dirti... inserito dopo, per così dire. Non è naturale. Quelle donne hanno subito una sorta di “make up” genetico, delle modifiche al DNA per far si che assomigliassero a Bobbi. >

<Qualcuno evidentemente vuole colpire me... ma chi? E perchè? > e per trovare la risposta a questa domanda avrebbe messo a soqquadro l’intera città.

 

Andò in giro a fare domande, sperando di incappare in qualche informazione, ma in tutti i luoghi malfamati della città nessuno sapeva niente. Fu un buco nell’acqua, utile più che altro per fargli sfogare i nervi pestando qualche farabutto. Rincasò verso sera, e non appena mise le chiavi nella toppa, dalla porta di fronte uscì Jessica.

<Ma dove sei stato, Clint? È tutto il giorno che ti cerco!>

<Non sono dell’umore Jess... ero occupato coi Vendicatori...>

<Si Kate me l’ha detto. Ma si tratta di Belinda. >

<Belinda?>

<Si, è venuta da me stamattina in preda al panico. Delirava, io... non sapevo che fare. Ho provato a chiamarti ma non eri raggiungibile. Ti ho cercato da Kate, ma mi ha detto che eri appena andato via. Così l’ho fatta venire da me, sperando che potesse aiutarmi a calmarla.>

<Dov’è ora?>

<E’ dentro, vieni.>

Entrarono nell’appartamento e vide Belinda in lacrime sul divano. Al suo fianco c’era Kate.

<Amore! Cos’è successo?> chiese preoccupato.

<Oh Clint! Era spaventoso!> disse lei abbracciandolo

<Chi? Chi era spaventoso??>

<Non lo so! Il nome non me l’ha detto... m-ma la sua faccia... oh dio, era come quella del diavolo! N-non aveva la bocca, ma riusciva a parlare! Era una specie di mostro...>

<Cosa ti ha fatto?> disse con tono apprensivo.

<Nulla... fisicamente non mi ha toccata, ma...mi ha tenuta prigioniera in casa, impedendomi di uscire...>

<Ti ha minacciata?>

<S-Si...ha detto che dovrai pagarla, e che imparerei cosa vuole dire perdere... poi mi ha dato questa, e mi ha detto che io sarò la prossima...> dalla borsetta tirò fuori inconfondibile maschera di Mimo. Clint la prese tra le mani e il cuore gli salì in gola.

<Ok, non puoi più stare qui. Ti porto dai Vendicatori e...>

<NO! NON VOGLIO!> strillò lei <Non voglio andare lì in mezzo ad altri mostri!>

<Amore, ma è il posto più sicuro della terra! Li vedrai che nessuno...>

<Ti prego Clint, no... non voglio andarci!>

<E allora cosa vuoi fare? Non puoi tornare a casa, potrebbe tornare e...>

<No, non voglio andare a casa... ho un vecchio cottage di famiglia, su, nel Westchester... non ci vado da quando ero piccola, non è lontano da qui. Nessuno lo conosce, è isolato e tranquillo. Ti prego, andiamoci. Portami via da qui...> lo implorò lei, con gli occhi pieni di lacrime.

<D’accordo allora. Andremo lì. Partiamo subito.>

<Clint, potrei venire con te, guardarvi le spalle. In due potremmo...>

<E ci ridai. No Kate. Ti ringrazio per essere venuta qui ma adesso te ne torni a casa. Le lezioni sono sospese.>

<Ma...>

<Niente “ma” va bene? O fai quel che ti dico io o finisce qui!>

Clint non era dell’umore di discutere, e Jessica fece desistere Kate dal continuare.

 

In breve salirono in auto e si diressero verso i boschi, a nord. Clint moriva dalla voglia di farle delle domande, ma la ragazza era ancora sotto shock per poter rispondere. Quando saranno a casa, e lei si rilasserà, sentendosi al sicuro, allora gliele porrà. Ma mentre guidava interrogava se stesso: Chi poteva esserci dietro a tutto questo? Chi poteva odiarlo a tal punto da spingerlo a fare una cosa tanto crudele come far assumere a delle ragazze le sembianze della sua ex moglie e poi ucciderle mettendo le esecuzioni su internet? Qualcuno che doveva conoscerlo bene, se è entrato in casa della sua ragazza per spaventarla... ma chi?? Non ha dei nemici personali, tutti quelli che vorrebbero fargli la pelle sono nemici dei Vendicatori... perchè allora prendersela solo con lui? Un vecchio nemico di Bobbi, forse? E perchè prendersela col suo ex marito, ora che lei è morta? Ma non era il momento delle indagini, adesso doveva pensare alla sicurezza di Belinda. Si sistemarono in casa, e subito Belinda andò sotto la doccia. Clint uscì da casa, andando ad osservare la zona: era un bel posto, adatto per delle romantiche passeggiate. Chissà come mai Belinda non l’aveva mai portato qui prima d’ora? Diceva che da quand’era piccola che non ci veniva... perchè?

 

Mentre rifletteva su questa cosa, sentì un grido allucinante provenire da casa: era la voce di Belinda. Si precipitò di corsa e vide alcuni uomini in costumi neri attorno alla casa. A parte dei robusti manganelli non avevano armi, quindi era evidente che il loro mandante li voleva vivi. La cosa gli dava un certo vantaggio dato che, pur indossando il costume sotto gli abiti, non aveva con se l’arco e la faretra; tuttavia non era certo indifeso e si scagliò su di loro. Erano molto preparati e pericolosi, ma non avevano speranze contro di lui: troppo rapido, troppo determinato, troppo furioso per fermarlo. Col sinistro parò l’attacco che il primo di loro gli portò, e lo stese colpendolo con forza al costato, bloccandogli il respiro. Al secondo invece piazzò un violento calcio alla testa, tramortendolo. Il terzo invece si rivelò più svelto degli altri due, in quanto riuscì a dargli un pugno, e anche più resistente, non andando al tappeto quando Clint gli rese il colpo. Abituato da anni ad agire in gruppo, con qualcuno che gli guardava le spalle, non vide arrivare l’uomo che da dietro lo bloccò. Barton sollevò entrambi i piedi da terra e colpì l’uomo di fronte a se con un doppio calcio al volto. La spinta ricevuta fu tale da far cadere a terra l’uomo che lo tratteneva, che perse la presa e, quando Clint lo colpì col suo stesso manganello, anche i sensi.  Stese l’ultimo dei sicari lanciandogli l’arma e centrandolo dritto in faccia. Correndo come un dannato si diresse verso la casa, andando nel bagno per soccorrere la sua donna, ma una volta dentro non vi trovò nessuno.

<BELINDA!> gridò a squarciagola, invano. La sola risposta che ottenne  fu una scarica di taser alla schiena, che lo fece crollare a terra.

<Salve Occhio di Falco. Non sai da quanto tempo è che aspettavo di rincontrarti...> riconobbe quella voce e un secondo prima di cadere nell’oblio, Occhio di Falco si maledì per non aver capito prima che si trattasse di lui...

 

Continua...

 

 

 

Le Note

 

E adesso cominciano i guai, per il nostro arciere preferito. Finora se l’è vista con avversari ordinari, ma come avete appena finito di leggere, da adesso le cose si fanno ben più drammatiche per lui...

 

Come spesso amo fare, anche questo titolo è una citazione; nello specifico si tratta di una rivisitazione del titolo italiano del famoso film del 1958 diretto da Alfred Hitchcock, La donna che visse due volte (in originale Vertigo).

 

1= Quanto avete letto è ripreso parola per parola da Avengers West Coast n. 100 (in Italia Marvel Extra 17) scritta da Roy Thomas.

 

2= Clint ha conosciuto Belinda nel n. 1 della serie MiTAvengers Icons” scritto da Fabio Volino.

 

3 & 4 = Queste sono le prime apparizioni di Angela Del Toro e di Hood (Parker Robbins) nell’universo MiT. Teneteli d’occhio perchè saranno delle presenze fisse in questa serie. Chi sono la “sorda” e il “socio” a cui fa riferimento Hood? Rimanete sintonizzati per scoprirlo...

 

Nel prossimo episodio scopriremo chi è questo misterioso dottore che perseguita Clint, quali sono le sue motivazioni e quali legami ha con lui.

Per adesso, è tutto...

 

Carmelo Mobilia